In Albania si spara nuovamente per le strade. I partigiani dell'ex presidente Berisha hanno assalito il palazzo del governo, la sede della televisione e le banche. I borghesi di sinistra come Rifondazione gridano contro il colpo di stato e chiedono la difesa del socialista Nano.

Si tratta invece dello scontro tra due fazioni della borghesia albanese che coinvolgono anche altre classi sociali.

Lo scontro armato si è riacceso dopo l'assassinio di Hadjari, braccio destro dell'ex presidente Berisha. L'assassinio ha avuto come esecutori gli agenti di Nano, attuale capo del governo. Quando salta l’accordo tra le varie fazioni i borghesi formano le loro squadre armate. I proletari e gli operai albanesi senza nessuna organizzazione sono divisi e alcuni partecipano allo scontro al seguito delle varie fazioni. Non è passato neanche un anno da quando la borghesia italiana festeggiava il ritorno della pace e della democrazia in Albania pavoneggiandosi per il grande risultato raggiunto. Ma le ragioni dello scontro non sono state eliminate anzi si sono aggravate: la crisi economica avanza, i borghesi in Albania non riescono a far decollare un loro Stato che possa garantire i loto profitti, la miseria della popolazione aumenta.

I più preoccupati della possibilità che lo scontro si sviluppi sono gli industriali italiani. Hanno appoggiato prima Berisha ed ora sostengono Nano. La condizione era sempre una sola: i padroni italiani dovevano poter fare tranquillamente i loro affari in Albania.

Il socialista Nano era l'uomo che era stato eletto democraticamente a capo del governo albanese nel giugno del 1997 con la protezione delle forze armate dell'Italia borghese e democratica. Il borghese Berisha era stato travolto dallo scandalo delle finanziarie. Ora toccava al borghese Nano garantire la democratica penetrazione della piccola industria italiana in Albania.

Sono molti gli industriali Italiani che hanno trovato le migliori condizioni per fare profitti.

Lo sfruttamento degli operai albanesi aveva bisogno di un governo stabile. Nano era così diventato la bandiera della borghesia democratica Italiana. Il socialista Nano era stato eletto dopo la promessa della restituzione dei fondi ingoiati dalle finanziarie di Berisha. La promessa non è stata rispettata ed egli ha perso l'appoggio della piccola borghesia Albanese.

Nell'Albania di Nano, come in quella di Berisha, non esiste nessun diritto per gli operai, non esistono minimi salariali, il lavoro minorile è una regola, la violenza anche armata dei padroni è il vero governo del paese. Le bande armate della borghesia albanese si fronteggiano per impossessarsi del potere. Il governo italiano ha speso molto per organizzare, armare e istruire la polizia e le forze armate albanesi. Ora esso agisce per trovare una mediazione tra le fazioni borghesi rappresentate da Berisha e quelle rappresentate da Nano: sono in gioco i profitti delle imprese italiane.


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